Infarto miocardico acuto: la Ciclosporina, un farmaco immunosoppressore, non migliora gli esiti dopo intervento coronarico percutaneo
Il farmaco immunosoppressore Ciclosporina non migliora gli esiti clinici rispetto al placebo nei pazienti trattati con intervento coronarico percutaneo ( PCI ) per la forma più grave di attacco cardiaco noto come infarto miocardico (STEMI ) con sopraslivellamento del segmento ST).
I risultati dello studio CIRCUS hanno mostrato che il farmaco, somministrato prima della procedura PCI, non ha avuto impatto su un composito di mortalità per qualsiasi causa, ospedalizzazione per, o peggioramento di, insufficienza cardiaca, o rimodellamento negativo del ventricolo sinistro a 1 anno
Ci sono evidenze sperimentale che la Ciclosporina può ridurre la dimensione dell'infarto miocardico e migliorare la funzione cardiaca, e uno studio di piccole dimensioni di fase II che ha indicato che la Ciclosporina può ridurre dimensioni dell'infarto in pazienti con infarto STEMI ( N Engl J Med 2008; 359: 473-481 ).
Tuttavia, lo studio di fase III CIRCUS, di ampie dimensioni, non ha confermato questo, e la ragione di questa discrepanza non è ben definita.
Lo studio ha incluso pazienti con infarto STEMI anteriore sottoposti a intervento coronarico percutaneo entro 12 ore dall'insorgenza dei sintomi e con occlusione completa dell'arteria coronaria colpevole.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere un bolo endovenoso di Ciclosporina al dosaggio di 2.5 mg/kg ( n=395 ) oppure placebo ( n=396 ) prima della ricanalizzazione coronarica.
Il tasso di outcome primario è stato pari al 59.0% nel gruppo Ciclosporina rispetto al 58.1% nel gruppo di controllo ( odds ratio, OR=1.04; P = 0.77 ), e la Ciclosporina non ha anche ridotto l'incidenza dei singoli componenti clinici di esito primario o altri eventi tra cui recidiva di infarto, angina instabile o ictus. ( Xagena2015 )
Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting 2015
Cardio2015 Farma2015
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