Albumina glicata predice l'effetto della terapia antiaggregante doppia e singola su ictus ricorrente


È stato determinato il rapporto tra albumina glicata ( GA ) e ricorrenza di ictus nei pazienti in trattamento con terapia antiaggregante doppia o singola.

Lo studio CHANCE ( Clopidogrel in High-Risk Patients with Acute Nondisabling Cerebrovascular Events ) ha randomizzato pazienti con ictus ischemico minore o attacco ischemico transitorio ( TIA ) alla terapia antiaggregante piastrinica a base di Clopidogrel più Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) o sola Aspirina.

È stato analizzato un sottogruppo di 3.044 pazienti consecutivi con livelli basali di albumina glicata da 73 ( 64% ) siti clinici prespecificati.

I pazienti sono stati suddivisi in 2 gruppi in base a un livello di albumina glicata del 15.5%, il cut point per lo sviluppo del diabete mellito.

L’esito primario era la recidiva di ictus durante un follow-up di 90 giorni.

È stata valutata l'interazione della albumina glicata con la terapia antipiastrinica randomizzata col rischio di ictus ricorrente.

È stata trovata una interazione significativa dei livelli di albumina glicata con i due gruppi di terapia antipiastrinica dopo aggiustamento per età, sesso e altri fattori confondenti convenzionali ( P=0.009 ).

L'interazione è rimasta costante dopo ulteriore aggiustamento per storia di diabete mellito ( P=0.010 ).

Nei pazienti con un livello più basso di albumina glicata, si è verificato ictus nel 5.5% dei pazienti nel gruppo Clopidogrel più Aspirina e nel 12.7% nel gruppo solo Aspirina ( hazard ratio aggiustato, HR=0.40; P minore di 0.001 ).

Inoltre, nei pazienti con livelli elevati di albumina glicata, l’ictus si è verificato nel 9.2% dei pazienti nel gruppo Clopidogrel più Aspirina e nell’11.4% nel gruppo Aspirina ( HR aggiustato 0.79; P=0.103 ).

In conclusione, l’albumina glicata potrebbe essere un potenziale biomarcatore per prevedere gli effetti della terapia antiaggregante doppia e singola nei pazienti con ictus minore o TIA. ( Xagena2015 )

Li J et al, Neurology 2015:84;1330-1336

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