Concentrazione della proteina C-reattiva e rischio di coronaropatia, ictus e mortalità


La relazione tra concentrazione della proteina C-reattiva ( CRP ) e il rischio di malattie maggiori può essere meglio valutata mediante follow-up prospettico a lungo termine di un ampio numero di persone.

I ricercatori dell’University of Cambridge in Gran Bretagna, hanno valutato l’ associazione della concentrazione di CRP con il rischio di esiti vascolari e non-vascolari in diverse circostanze.

È stata effettuata una meta-analisi dei dati di 160.309 persone senza una storia di malattia vascolare ( cioè, 1.31 milioni di persone-anno a rischio, 27.769 esiti fatali o non-fatali di malattia ) da 54 studi prospettici a lungo termine.

La concentrazione Log(e) di proteina C-reattiva è risultata associata in maniera lineare con diversi fattori di rischio convenzionali e marcatori infiammatori, e in maniera quasi lineare con il rischio di malattia vascolare ischemica e di mortalità non-vascolare.

I risk ratio ( RR ) per malattia coronarica per una concentrazione log(e) di proteina C-reattiva più alta di 1-SD ( 3 volte più alta ) sono stati pari a 1.63 con l'aggiustamento iniziale solo per età e sesso e 1.37 dopo ulteriore aggiustamento per fattori di rischio convenzionali; 1.44 e 1.27 per ictus ischemico; 1.71 e 1.55 per mortalità vascolare e 1.55 e 1.54 per mortalità non-vascolare.

I risk ratio sono risultati invariati dopo l'esclusione di fumatori e del follow-up iniziale.

Dopo ulteriore aggiustamento per fibrinogeno, i corrispondenti risk ratio sono stati pari a: 1.23 per coronaropatia; 1.32 per ictus ischemico; 1.34 per mortalità vascolare e 1.34 per mortalità non-vascolare.

In conclusione, la concentrazione di proteina C-reattiva presenta associazioni continue con il rischio di malattia coronarica, ictus ischemico, mortalità vascolare e mortalità per diversi tumori e malattia polmonare.
La rilevanza della proteina C-reattiva in questo ampio spettro di disturbi non è chiara.
Le associazioni con malattia vascolare ischemica dipendono in maniera considerevole da fattori di rischio convenzionali e da altri marcatori di infiammazione. ( Xagena2010 )

Emerging Risk Factors Collaboration, Lancet 2010; 375: 132-140


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