Durata del sonno e rischio di ictus fatale e non-fatale
È stata studiata l'associazione tra durata del sonno e incidenza di ictus nella popolazione britannica e sono stati sintetizzati i risultati con i risultati già pubblicati attraverso una meta-analisi.
Uno studio prospettico ha incluso 9.692 partecipanti di età compresa tra 42 e 81 anni senza ictus dalla coorte European Prospective Investigation into Cancer–Norfolk.
I partecipanti hanno riportato la durata del sonno nei periodi 1998-2000 e 2002-2004, e tutti i casi di ictus sono stati registrati fino a marzo 2009.
Per la meta-analisi sono stati cercati gli studi pubblicati fino a maggio 2014 raggruppando le stime degli effetti.
Dopo 9.5 anni di follow-up, si sono verificati 346 casi di ictus.
Un lungo sonno è risultato significativamente associato a un aumentato rischio di ictus ( hazard ratio, HR=1.46 dopo aggiustamento per tutte le covariate ).
L'associazione è rimasta robusta tra i soggetti senza preesistenti malattie e quelli che hanno riportato di dormire bene.
L'associazione per il sonno breve era più piccola e non statisticamente significativa ( HR=1.18 ).
E’ stato riscontrato un rischio di ictus più elevato tra coloro che hanno riportato costantemente un lungo sonno o un notevole aumento della durata del sonno nel corso del tempo, rispetto a coloro che hanno dichiarato un sonno persistente medio.
Questi risultati erano compatibili con gli hazard ratio raggruppati di una meta-analisi aggiornata, pari a 1.15 e 1.45, rispettivamente, per una durata di sonno breve e lunga.
In conclusione, questo studio prospettico e la meta-analisi ha identificato il sonno prolungato come marker potenzialmente utile di aumento del rischio di ictus futuro in una popolazione apparentemente sana in fase di invecchiamento. ( Xagena2015 )
Leng Y et al, Neurology 2015:84;1072-1079
Neuro2015
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