Effetti dei beta-bloccanti e dei bloccanti dei canali del calcio sulla variabilità intra-individuale nella pressione sanguigna e rischio di ictus


Le analisi di alcuni studi clinici randomizzati hanno mostrato che i bloccanti dei canali del calcio ( detti anche calcioantagonisti ) riducono il rischio di ictus più di quanto atteso sulla base del solo valore medio della pressione sanguigna e che i beta bloccanti sono meno efficaci dell’atteso.

È stato valutato se gli effetti di questi farmaci sulla variabilità della pressione sanguigna potessero spiegare le differenze di effetto sul rischio di ictus.

Lo studio ASCOT-BPLA ( Anglo-Scandinavian Cardiac Outcomes Trial Blood Pressure Lowering Arm ) ha confrontato regimi basati su Amlodipina ( Norvasc ) con regimi basati su Atenololo ( Tenormin ) in 19.257 pazienti con ipertensione e altri fattori di rischio vascolare; lo studio MRC ( Medical Research Council ) ha confrontato regimi basati su Atenololo e diuretici versus placebo in 4.396 pazienti ipertesi di età compresa tra 65 e 74 anni.

Nello studio ASCOT-BPLA, la deviazione standard della pressione sanguigna sistolica di gruppo è risultata più bassa nel gruppo Amlodipina che in quello Atenololo a tutte le visite di follow-up ( p inferiore a 0.0001 ), soprattutto per una minore variabilità da visita a visita nel singolo individuo.

La variabilità all’interno di una visita e la variabilità durante monitoraggio ambulatoriale per 24 ore della pressione sanguigna sistolica sono risultate più basse nel gruppo Amlodipina che in quello Atenololo ( tutti p inferiore a 0.0001 ).

L’analisi dei cambiamenti dal basale ha mostrato che la variabilità è diminuita nel tempo nel gruppo Amlodipina ed è aumentata nel gruppo Atenololo.

Il più basso rischio di ictus nel gruppo Amlodipina ( hazard ratio, HR= 0.78 ) è risultato parzialmente attenuato dopo aggiustamento per la pressione sistolica media durante il follow-up ( HR=0.84 ), ma è stato abolito dopo aggiustamento per la deviazione standard della pressione sistolica clinica intra-individuale ( HR=0.99 ).

Per gli eventi coronarici sono stati osservati risultati simili.

Nel sotto-studio ABPM ( 24 h Ambulatory Blood-Pressure Monitoring ), la ridotta variabilità della pressione sistolica durante il giorno nel gruppo Amlodipina ( p inferiore a 0.0001 ) ha spiegato in parte il ridotto rischio di eventi vascolari, ma la ridotta variabilità da visita a visita della pressione sistolica clinica ha avuto un effetto maggiore.

Nello studio MRC, la deviazione standard nella pressione sistolica e tutte le misure di variabilità nella pressione sistolica in uno stesso individuo da visita a visita sono risultate aumentate nel gruppo Atenololo rispetto al gruppo placebo e a quello diuretici durante il follow-up iniziale ( tutti p inferiori a 0.0001 ).

Le tendenze successive nella variabilità della pressione sanguigna durante il follow-up nel gruppo Atenololo sono risultate correlate con le tendenze nel rischio di ictus.

In conclusione, gli effetti opposti dei calcioantagonisti e dei beta-bloccanti sulla variabilità della pressione sanguigna spiegano la differenza negli effetti osservati sul rischio di ictus e negli effetti attesi in base alla pressione sanguigna media.
Per prevenire l’ictus in modo più efficace, i farmaci antipertensivi dovrebbero ridurre la pressione sanguigna media senza aumentare la variabilità; idealmente dovrebbero ridurre entrambe. ( Xagena2010 )

Rothwell PM et al, Lancet Neurol 2010; 9: 469-480


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