Effetto della pressione del sangue sull’esito funzionale a 3 mesi nella fase subacuta di ictus ischemico
Sono stati studiati i diversi valori di pressione arteriosa nella fase subacuta dell’ictus ischemico per determinare se possano prevedere il risultato clinico.
Sono stati arruolati in uno studio osservazionale retrospettivo i pazienti ricoverati per ictus ischemico entro 48 ore dall'insorgenza.
La fase subacuta di ictus è stata definita come il periodo di tempo di 72 ore dall'insorgenza dei sintomi per dimettere o trasferire il paziente.
È stata effettuata una analisi di base aggiustata in base alla gravità utilizzando il punteggio alla scala Rankin modificata di ogni paziente a 3 mesi come esito primario.
Su un totale di 2.271 pazienti, il numero medio di misurazioni della pressione arteriosa è stato di 34 per persona e l'intervallo medio dall'insorgenza alla dimissione è stato di 8.7 giorni.
Le misure di variabilità della pressione arteriosa sono state associate a prognosi sfavorevole.
Un aumento di 1 deviazione standard ( SD ) di massimo-minimo ( odds ratio, OR=1.26 ), SD ( OR=1.20 ) o coefficiente di variazione ( OR=1.21 ) per la pressione sistolica, ma non il livello medio della pressione sistolica ( OR=0.92 ), è risultato indipendentemente associato ad esito sfavorevole.
I risultati erano simili per la pressione diastolica.
In conclusione, questo studio ha dimostrato che la variabilità della pressione arteriosa, ma non la pressione arteriosa media nella fase subacuta dell’ictus ischemico, è associata ad esito funzionale a 3 mesi dopo l'insorgenza dell'evento ictale. ( Xagena2012 )
Kang J et al, Neurology 2012; 79: 2018-2024
Neuro2012 Cardio2012
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