Fattori di rischio per l’ictus dopo la sindrome coronarica acuta
Precedenti report hanno associato la sindrome coronarica acuta ( ACS ) alla malattia cerebrovascolare.
Tuttavia, questi dati sono carenti di informazioni e mancano di un follow-up di lungo periodo.
Sono stati analizzati gli outcome ( esiti ) riguardo all’ictus dello studio OPUS-TIMI 16 ( Orbofiban in Patients with Unstable Coronary Syndromes – Thrombolysis in Myocardial Infarction ).
Nello studio OPUS-TIMI 16, i pazienti sono stati assegnati in modo casuale ad Aspirina più Orbofiban o placebo, e seguiti fino ad 1 anno.
Durante i 10 mesi osservazionali in 150 pazienti ( 1.5% ) si sono presentati eventi cerebrovascolari.
I fattori di rischio per l’ictus ischemico ( n = 67 ) e per il TIA ( attacco ischemico transitorio ) ( n = 44 ) sono stati: l’età, un precedente ictus ischemico, storia di ipertensione ed aumentata frequenza cardiaca.
Un precedente ictus ischemico ed una storia di ipertensione non rappresentavano fattori di rischio per l’ictus ischemico o TIA a 30 giorni.
I fattori di rischio per l’emorragia intracranica ( n = 14 ) sono stati: età, storia di ipertensione, storia di TIA ed angiografia coronarica con evidenze di coronaropatia.
Rispetto al placebo, il trattamento con Orbofiban era associato ad un aumento non significativo del rischio di ictus ischemico o TIA ( hazard ratio, HR = 1.15; p = 0.51 ) ed emorragia intracranica ( HR = 1.25; p = 0.70 ).
L’incidenza generale di eventi cardiovascolari dopo sindrome coronarica acuta è stata più alta nei primi 30 giorni e, successivamente, è declinata.
Orbofiban non è risultato efficace nel prevenire l’ictus ischemico o il TIA. ( Xagena2006 )
Smith EE et al, Am Heart J 2006; 151: 338-344
Cardio2006
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