Framingham Offspring Study: impatto della sindrome metabolica e del diabete sul rischio di ictus


Uno studio ha confrontato l’impatto della sindrome metabolica e del diabete sull’incidenza dell’ictus / TIA ( attacchi ischemici transitori ) in una coorte senza precedenti malattie cerebrovascolari e diabete.

E’ stata adottata la definizione di sindrome metabolica secondo l’NCEP-ATP III.

Per sindrome metabolica s’intendono 3 o più dei seguenti fattori di rischio:

- obesità addominale ( circonferenza vita: > 88 cm per le donne, e > 102 per gli uomini );
- elevati livelli di trigliceridi ( maggiori o uguali a 150 mg/die );
- bassi livelli di colesterolo HDL ( < 40 mg/die negli uomini e 50 mg/die nelle donne );
- elevata pressione sanguigna ( maggiore o uguale a 130 / 85 mmHg ) o trattamento antipertensivo;
- elevata glicemia a digiuno ( 110 – 126 mg/dl ).

Al basale il 27,6% degli uomini ed il 21,5% delle donne presentava sindrome metabolica.

Nell’arco di 14 anni il 5,6% ( n = 52 ) degli uomini ed il 43% ( n = 41 ) delle donne ha sviluppato un ictus o un TIA.

Dopo aggiustamenti, il rischio relativo ( RR ) di ictus / TIA tra i pazienti affetti da sindrome metabolica è stato dell’1,78 negli uomini e di 2,21 nelle donne.

I soggetti diabetici avevano un rischio a 10 anni di ictus più alto: 14% negli uomini e 10% nelle donne rispetto a quelli con sindrome metabolica.
L’incidenza di ictus tra gli uomini con sindrome metabolica, ma non diabetici, è risultata pari all’8%, mentre per le donne pari al 6%.

La sindrome metabolica è risultata essere un fattore di rischio di ictus meno potente rispetto al diabete.

Secondo gli Autori gli interventi che hanno come obiettivo quello di prevenire o di trattare la sindrome metabolica potranno ridurre in modo significativo il rischio di malattia cerebrovascolare. ( Xagena2004 )

Fonte: Najarian RM, Stroke, 2004

Cardio2004 Endo2004


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