Il Candesartan riduce l’incidenza di ictus non fatale nei pazienti anziani con ipertensione lieve-moderata


Lo Studio SCOPE ( Study on Cognition and Prognosis in the Elderly ) ha valutato se il trattamento antipertensivo con l’antagonista del recettore dell’angiotensina II, Candesartan ( Ratacand ) nei pazienti anziani con pressione arteriosa lievemente-moderatamente elevata potesse ridurre gli eventi cardiovascolari, il declino cognitivo e la demenza.

Lo studio è stato condotto tra il 1997 ed il 2002. Vi hanno partecipato 4.964 pazienti, di età compresa tra 70 ed 89 anni, con pressione sistolica 160-179 mmHg e/o pressione diastolica 90/99 mmHg e con punteggio al test MMSE maggiore o uguale a 24.

I pazienti sono stati assegnati in modo random al Candesartan o al placebo.
Nel gruppo controllo (placebo) i Ricercatori potevano somministrare, se necessario, terapia ipertensiva.

Il periodo medio di follow up è stato di 3,7 anni.

L’end point primario era rappresentato da eventi cardiovascolari maggiori, comprendenti: morte cardiovascolare, ictus non fatale, infarto miocardico non fatale.

L’end point secondario comprendeva invece: morte cardiovascolare, ictus ed infarto miocardico fatale e non fatale, funzione cognitiva misurata al test MMSE, demenza.

La pressione arteriosa si è ridotta di 21,7/10,8 mmHg nel gruppo Candesartan e di 18,5/9,2 mmHg nel gruppo controllo.

Un totale di 242 pazienti trattati con Candesartan e 268 pazienti del gruppo controllo sono stati colpiti da un primo evento cardiovascolare maggiore. La riduzione è stata del 10,9% con il Candesartan (p=0.19).

Il Candesartan ha ridotto l’incidenza di ictus non fatale del 27,8% (p=0.04) e di tutti gli ictus del 23,6% (p=0.056).

Non sono state osservate significative differenze nell’incidenza di infarto miocardico e di mortalità cardiovascolare tra i due gruppi.

Il punteggio medio al test MMSE è sceso da 28,5 a 28 nel gruppo Candesartan e da 28,5 a 27,9 nel gruppo controllo ( p=0.20 ).

La percentuale d ei pazienti con declino cognitivo significativo o sviluppo di demenza non è risultato diversa tra i due gruppi. ( Xagena2003 )

Lithell H et al, J Hypertens 2003; 21:875-886


Neuro2003 Farma2003


Indietro

Altri articoli

Il neuroprotettore Nerinetide si è dimostrato promettente nel ridurre i volumi dell'infarto nei modelli di riperfusione ischemica dei primati. Si...


Gli agenti trombolitici, compreso il Tenecteplase ( Metalyse ), vengono generalmente utilizzati entro 4.5 ore dalla comparsa dei sintomi dell'ictus....


Numerosi studi randomizzati hanno dimostrato l’efficacia e la sicurezza della trombectomia endovascolare nei pazienti con ictus ischemico di grandi dimensioni....


È noto che l’emicrania e l’ipertensione indotta dalla gravidanza ( PIH ) aumentino il rischio cardiovascolare. Tuttavia, l’evidenza è limitata...


Evidenze recenti hanno suggerito un effetto benefico della trombectomia endovascolare nell'ictus ischemico acuto con ampio infarto; tuttavia, studi precedenti si...


L’incidenza a breve termine dell’ictus ischemico dopo un attacco ischemico transitorio ( TIA ) è elevata. Tuttavia, i dati sull’incidenza...


I sintomi dei disturbi del sonno sono comuni e possono rappresentare importanti fattori di rischio modificabili di ictus. È stata...


Non è ancora chiaro se il passaggio diretto alla trombectomia endovascolare ( EVT ) porti a esiti equivalenti alla trombolisi...


Sono state studiate l'efficacia e la sicurezza dell'infusione endovenosa di Tirofiban ( Aggrastat ) prima della trombectomia endovascolare nei pazienti...


La sicurezza e l’efficacia di Tenecteplase nei pazienti con ictus con lesione tandem ( TL ) non sono note. È...