Il Warfarin riduce il rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale e malattia renale avanzata


L’anticoagulante Warfarin ( Coumadin ) riduce il rischio di ictus nei pazienti con fibrillazione atriale e malattia renale avanzata.

La fibrillazione atriale è il tipo più comune di ritmo cardiaco irregolare, che colpisce più di 2 milioni di americani.
Poiché la fibrillazione atriale aumenta significativamente il rischio di ictus, i farmaci in grado di prevenire la formazione dei coaguli riducono il rischio di questo grave evento.

Tuttavia, poco si sa circa la sicurezza e l'efficacia degli anticoagulanti nei pazienti con fibrillazione atriale in presenza di malattia renale cronica in fase avanzata.
Le malattie renali croniche non solo aumentano ulteriormente il rischio di ictus, ma anche il rischio di sanguinamento, una nota complicanza associata agli anticoagulanti.

Per valutare l'uso degli anticoagulanti in questa popolazione ad alto rischio, i ricercatori hanno analizzato i dati contenuti nel Registro nazionale sanitario danese, che è stata istituito nel 1978.
Il Registro include tutti i ricoveri ospedalieri avvenuti in Danimarca, assieme ai dettagli relativi a diagnosi e trattamento.

Tra il 1997 e il 2011, i ricercatori hanno identificato quasi 13.000 pazienti con fibrillazione atriale non-valvolare e insufficienza renale cronica, circa l'1% di coloro che avevano ricevuto il trattamento per malattia renale allo stadio terminale.

Rispetto ai pazienti con fibrillazione atriale ma senza malattia renale, i pazienti con fibrillazione atriale e con malattia renale cronica hanno presentato un rischio di ictus 1.6-5.5 volte maggiore, in base alla gravità della loro malattia.
Il Warfarin ha contribuito in modo significativo a ridurre il rischio di ictus e di mortalità in questa popolazione ad alto rischio.

Questi risultati si aggiungono a un crescente corpo di evidenze riguardo ai vantaggi nell’utilizzo di Warfarin nei pazienti con fibrillazione atriale e malattia renale cronica avanzata. ( Xagena2014 )

Fonte: Journal of American College of Cardiology, 2014

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