Ipertensione nell'ictus ischemico acuto


Nell'ictus ischemico acuto è comune osservare un aumento, transitorio, della pressione sanguigna.

I Ricercatori del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Padova hanno studiato , in modo retrospettivo, la relazione esistente tra pressione sanguigna nel corso di ictus ischemico ed outcome (esito) neurologico.

Sono state esaminate le cartelle cliniche di 92 pazienti consecutivi con ictus ischemico acuto, di età compresa tra 47 e 96 anni.

Nel 17% dei casi (n=16 pazienti) l'ictus era totalmente anteriore, nel 33% (n=30) parzialmente anteriore, nel 37% (n=34) lacunare , e nel 13% (n=12) a circolazione posteriore.

La patogenesi dell'ictus era cardioembolica nel 30% (n=28) dei pazienti, aterotrombotica nel 32% (n=29) e lacunare nel 37% (n=34).

La pressione sistolica variava tra 140 e 220 mmHg, mentre la diastolica tra 70 e 110 mmHg.

La più alta pressione sanguigna iniziale è stata osservata nel gruppo con infarto lacunare.

I pazienti con un più favorevole outcome neurologico sono stati quelli che avevano i più alti valori di pressione sanguigna nelle prime 24 ore.

L'outcome neurologico è risultato fortemente influenzato dalla gravità dell'ictus in condizioni basali , valutato mediante il punteggio della scala NIH , e dalla pressione sanguigna al momento del ricovero.

I risultati dello studio indicano che l'ipertensione nell'ictus ischemico acuto non ha effetti dannosi e che il suo trattamento potrebbe non risultare benefico. ( Xagena )

Semplicini A et al, Arch Intern Med 2003; 163:211-216

XagenaMedilearnECM2003
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