Perché la terapia trombolitica è poco usata nell’ictus ischemico acuto?


La terapia trombolitica dell’ictus ischemico acuto (esordio inferiore alle 3 ore) potrebbe ridurre la mortalità, ma molti pazienti non ricevono il tPA ( tissue plasminogen activator) per via endovenosa.
Lo studio ha analizzato le motivazioni alla base del non impiego della terapia trombolitica nel trattamento dell’ictus ischemico acuto.
Su un totale di 2.165 pazienti con ictus, 1.168 presentavano un ictus ischemico, mentre nel 31,8% dei pazienti la diagnosi era di emorragia intracranica (intracerebrale, subaracnoidea, o subdurale) e nel 13,9% TIA.
Il ritardo nel raggiungere l’ospedale (oltre 3 ore) ha prodotto l’esclusione del 73,1% dei pazienti con ictus ischemico.
I motivi del ritardo sono stati: incertezza sul reale inizio dell’episodio ischemico (24,2%), attesa per un miglioramento dei sintomi (29%), problemi ospedalieri (14,6%).
Il 27% dei pazienti con ictus ischemico sono stati ammessi entro 3 ore dai sintomi e di questi il 26,7% ha ricevuto tPA per via endovenosa.
Le principali ragioni per l’esclusione in questo gruppo di pazienti sono stati: ictus lieve (13,1%), miglioramento clinico (18,2%), esclusione dal protocollo terapeutico (13,6%), ritardi ospedalieri (8,9%) e comorbidità (8,3%).

Barber PA et al, Neurology 2001; 56: 1015-1020


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