Qualità di vita dopo attacco ischemico transitorio e ictus
È stato valutato l'impatto a 5 anni di ictus e attacco ischemico transitorio ( TIA ) sulla sopravvivenza in base alla qualità di vita.
Sono stati reclutati in uno studio basato sulla popolazione del Regno Unito ( Oxford Vascular Study ) dal 2002 al 2007 i pazienti con attacco ischemico transitorio e ictus e sono stati seguiti fino al 2012.
La qualità di vita è stata valutata in 5 anni mediante EQ-5D ( EuroQol-5 Dimensions ), con risposte che andavano da -0.59 ( peggiore della morte ) a 1 ( perfetta salute ), utilizzando valutazioni sulla popolazione del Regno Unito.
I valori dei pazienti con ictus e attacco ischemico transitorio sono stati confrontati con quelli di controlli appaiati ottenuti dall’Health Survey del 2006 per l'Inghilterra.
Sono stati accertati e inclusi 440 pazienti con attacco ischemico transitorio e 748 pazienti colpiti da ictus.
I valori sono rimasti costanti a circa 0.78 nei 5 anni successivi all’attacco ischemico transitorio, sono migliorati da 0.64 un mese dopo l’ictus a 0.70 a 6 mesi ( P=0.006 ), rimanendo a circa 0.70 successivamente.
I controlli appaiati avevano livelli di utilità notevolmente superiori rispetto ai pazienti colpiti da ictus / attacco ischemico transitorio ( 0.85, P minore di 0.001 ).
La gravità degli eventi e l’ictus ricorrente sono stati predittori significativi di diminuzione dell’utilità a lungo termine. L'aspettativa di vita aggiustata per la qualità a 5 anni è stata di 3.32 anni di vita aggiustati per la qualità dopo attacco ischemico transitorio e di 2.21 dopo l'ictus, variando notevolmente in base alla gravità ( lieve: 2.94; moderato: 1.65; grave: 0.70 ).
In conclusione, la sopravvivenza aggiustata per la qualità è bassa nei 5 anni dopo ictus e attacco ischemico transitorio, con gravità e ictus ricorrente come importanti predittori.
Rimane un ampio margine di miglioramento nel trattamento acuto e nella prevenzione secondaria per la qualità di vita dopo attacco ischemico transitorio e ictus. ( Xagena2013 )
Lungo-Fernandez R et al, Neurology 2013; 81: 18: 1588-1595
Neuro2013
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