Registro RE-LY AF: variazioni dei tassi di mortalità e ictus a 1 anno tra i pazienti che si presentano al Dipartimento di Emergenza con fibrillazione atriale
La fibrillazione atriale è una importante causa di morbilità e di mortalità nel mondo. Tuttavia, le condizioni predisponenti e la gestione della fibrillazione atriale differiscono tra i vari Paesi.
Il registro multinazionale RE-LY AF è il primo a riportare gli esiti a 1 anno di una ampia coorte di pazienti con fibrillazione atriale, provenienti da tutti i Paesi del mondo, inclusi quelli a basso reddito.
Il registro prospettico RE-LY AF ( 164 Centri in 47 Paesi ) ha arruolato pazienti, afferenti ai Dipartimenti di Emergenza, con fibrillazione atriale come diagnosi primaria o secondaria.
Il periodo di osservazione è stato di 1 anno dopo la prima visita al Dipartimento di Emergenza.
Gli esiti dei pazienti del Nord America ( Canada e Stati Uniti ) sono stati confrontati con altre 8 macro-aree geografiche.
I valori P inferiori a 0.005 sono stati considerati significativi.
Un totale di 15.340 pazienti sono stati arruolati nel registro, di questi l’11.5% è deceduto entro 1 anno.
Rispetto ai pazienti del Nord America (11.4%), l’incidenza di mortalità a 1 anno in Europa occidentale è stata significativamente più bassa ( 8.2% ), mentre è stata doppia in America Latina ( 18.5% ) e in Africa ( 21.5% ).
Il tasso di mortalità è stato più basso ( 5.5% ) tra i pazienti che si sono presentati al Dipartimento di Emergenza con fibrillazione atriale alla prima diagnosi, rispetto a quelli che si sono presentati per altre ragioni ( 16.5% ).
Tuttavia, i tassi erano simili tra i pazienti con cardiopatia reumatica, rispetto a quelli senza ( 10.6% vs 11.7% ).
In Nord America, il rischio di ictus a 1 anno è stato del 3.2%; in Cina il rischio era significativamente più alto ( 7.1% ), nell’Asia Sud-Est è stato del 7.8% e ha raggiunto il 9.1% in Africa.
L’aumentato rischio di ictus in queste regioni è stato osservato per tutti i livelli di punteggio CHADS2 ed è stato riscontrato in individui con o senza malattia cardiaca reumatica ( con cardiopatia reumatica: 3.1% vs 4.6% vs 12.8% vs 8.5%; senza cardiopatia reumatica: 3.1% vs 7.6% vs 7.6% vs 9.2%, rispettivamente ).
Le differenze regionali dei tassi di ictus non sono apparse essere il risultato di variazioni nell’utilizzo degli anticoagulanti orali, poiché le differenze erano più pronunciate tra i pazienti con punteggio CHADS2 maggiore di 1 o con malattia cardiaca reumatica, in trattamento con anticoagulanti orali ( 3.7% vs 12.1% vs 12.5% vs 14.9% rispettivamente ).
Tra i pazienti senza cardiopatia reumatica, il rischio globale di ictus è aumentato gradualmente con l'aumentare del punteggio CHADS2: 0: 1.7%; 1: 2.7%, 2: 3.7%, 3: 6.9%, maggiore di 3: 8.8%.
Dallo studio è emerso che più del 10% dei pazienti afferenti al Dipartimento di Emergenza con fibrillazione atriale muore entro 1 anno. L’incidenza è doppia in America Latina e Africa.
Il rischio di ictus è più alto in Cina, Asia del Sud-Est e Africa, rispetto al resto del mondo, e questa differenza non appare correlata con la maggiore o minore presenza di malattia cardiaca reumatica, punteggio CHADS2 e impiego di anticoagulanti orali. ( Xagena2012 )
Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting, 2012
Cardio2012 Neuro2012
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