Trattamento endovascolare per ictus ischemico acuto
Nei pazienti con ictus ischemico, il trattamento endovascolare è associato a un tasso più elevato di ricanalizzazione della arteria cerebrale colpita rispetto alla terapia trombolitica intravenosa sistemica.
Tuttavia, è necessario un confronto della efficacia clinica dei due approcci.
In uno studio, 362 pazienti con ictus ischemico acuto, sono stati assegnati in maniera casuale entro 4.5 ore dalla insorgenza a terapia endovascolare ( trombolisi intra-arteriosa con attivatore tissutale del plasminogeno [ t-PA; Alteplase, Actilyse ], distruzione meccanica del coagulo, o una combinazione di questi approcci ) o t-PA intravenoso.
I trattamenti sono stati somministrati il prima possibile dopo la randomizzazione.
L’esito primario era la sopravvivenza libera da disabilità ( definita come un punteggio Rankin modificato di 0 o 1 su una scala da 0 a 6, con 0 che indica assenza di sintomi, 1 nessuna disabilità clinicamente significativa nonostante i sintomi e 6 decesso ) a 3 mesi.
In totale, 181 pazienti sono stati assegnati a ricevere terapia endovascolare, e 181 t-PA per via endovenosa.
Il tempo mediano dall’insorgenza dell’ictus all’inizio del trattamento è stato di 3.75 ore per la terapia endovascolare e 2.75 ore per t-PA intravenoso ( P inferiore a 0.001 ).
A 3 mesi, 55 pazienti nel gruppo terapia endovascolare ( 30.4% ) e 63 in quello t-PA intravenoso ( 34.8% ) sono risultati vivi senza disabilità ( odds ratio aggiustato per età, sesso, gravità dell’ictus, e status di fibrillazione atriale al basale, aOR=0.71; P=0.16 ).
Emorragia intracranica sintomatica fatale o non-fatale entro 7 giorni si è manifestata nel 6% dei pazienti in ciascun gruppo, e non sono state osservate differenze significative tra i gruppi nei tassi di altri eventi avversi gravi o nel tasso di fatalità.
In conclusione, i risultati di questo studio nei pazienti con ictus ischemico acuto indicano che la terapia endovascolare non è superiore al trattamento standard con t-PA intravenoso. ( Xagena2013 )
Ciccone A et al, N Engl J Med 2013; 368: 904-913
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