Poliomielite , nuovo schema vaccinale: Salk + Sabin
La poliomielite è una malattia infettiva di origine virale, causata dal poliovirus. Nel 5% dei colpiti il virus provoca paralisi alle gambe ed alle braccia. In alcuni casi il virus attacca i centri respiratori e per tenere in vita il paziente è necessario ricorrere al polmone d’acciaio.
La poliomielite mietè numerose vittime in tutto il mondo nella prima metà del novecento. L’infezione veniva contratta soprattutto attraverso il latte e l’acqua infette, ma anche attraverso le goccioline di saliva o gli starnuti di una persona in cui il virus era in incubazione.
Molti bambini ne furono vittima. Anche Franklin Delano Rooswelt, prima di diventare presidente degli Stati Uniti, fu colpito dalla poliomielite.
Le pesanti conseguenze che arrecava la malattia diede avvio ad una vera e propria gara tra gli scienziati alla ricerca di un rimedio. L’incapacità a coltivare in laboratorio il virus impediva la messa a punto di vaccini contro la malattia.
Solo dopo la fine della II Guerra Mondiale grazie al lavoro di 3 scienziati della Harvard Medical School negli Stati Uniti, a cui fu assegnato nel 1954 il Premio Nobel, questo ostacolo fu superato. Nuove speranze si riaccendevano.
Jonas Salk dell’Università di Pittsburgh fu il primo ad annunciare di aver trovato un vaccino. Esso era costituito da virus della poliomielite uccisi con una sostanza chimica, la formaldeide.
Nel 1955 le Autorità Sanitarie Americane approvarono il vaccino di Salk. La notizia scatenò grande entusiasmo.
Le richieste del vaccino cominciarono a piovere da ogni angolo del mondo. E la concitazione del momento fece compiere un grave errore. In alcuni lotti di vaccino i virus non furono completamente uccisi. Alcune persone vaccinate si ammalarono.
L’iniziale euforia si trasfor mò ben presto in una critica feroce. Il programma di vaccinazione antipolio del Governo Americano fu sospeso.
Due anni dopo, nel 1957, uno scienziato americano di origine polacca Albert Sabin presentò al mondo un vaccino in cui i ceppi virali erano sì vivi, ma attenuati nella loro capacità di provocare la malattia.
La diffidenza delle Autorità Sanitarie Americane verso i vaccini antipolio e probabilmente anche i problemi di ordine politico fecero sì che la diffusione del vaccino Sabin incontrasse forti ostacoli.
Il vaccino Sabin fu adottato dall’Unione Sovietica e a ruota dagli altri Paesi dell’Est legati all'URSS.
Solo nel 1960 gli Stati Uniti rividero le loro posizioni critiche ed il programma vaccinale antipolio si estese ben presto in tutto il mondo.
I virus attenuati del vaccino di Sabin provocano nell’organismo una forma lieve di malattia poliomielitica che conferisce immunità nei confronti del poliovirus. Uno dei tanti meriti di Albert Sabin è stato quello di aver rinunciato a brevettare il vaccino, permettendo così la vaccinazione di massa, soprattutto nei Paesi del Terzo Mondo.
Grazie al vaccino la poliomielite ha cessato di essere una malattia temuta e forse oggi non ci si rende conto dell’immenso valore racchiuso in quello zuccherino.
E come nelle storie a lieto fine , anni dopo il vaccino di Salk fu riabilitato e riconosciuto sicuro, anche se meno efficace rispetto a quello di Sabin.
Nel corso degli anni si è riscontrato che il vaccino Sabin poteva provocare 1 caso di paralisi ogni 700.000 prime dosi somministrate. Per ovviare a questo inconveniente le Autorità Sanitarie Mondiali hanno deciso di modificare lo schema vaccinale basato sul solo vaccino Sabin.
Nei primi due cicli verrà somministrato il vaccino Salk , per via intramuscolare , in grado di conferire una prima immunità al poliovirus. Successivamente la protezione verrà rafforzata con altre due cicli di somministrazioni del vaccino di Sabin con virus attenuati. ( Xagena2000 )
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