Gestione della ipertensione nei pazienti trattati con inibitori della angiogenesi
L’ipertensione è uno degli effetti collaterali più frequenti dell’inibizione sistemica della via di segnale VEGF ( vascular endothelial growth factor ).
La sua incidenza e la sua gravità dipendono dal tipo di farmaco, dalla dose e dagli schemi di somministrazione.
Il riconoscimento di questo effetto collaterale è importante dal momento che l’ipertensione non ben controllata potrebbe portare a eventi cardiovascolari gravi.
Dall’altro lato, l’ipertensione indotta dagli inibitori VEGF potrebbe essere un fattore predittivo della risposta oncologica.
La conoscenza di questa tossicità clinica e/o del bersaglio terapeutico o di un nuovo biomarcatore dell’attività del farmaco possono aiutare i medici nella scelta del regime terapeutico ottimale e meno tossico per ogni singolo paziente.
Un gruppo di Ricercatori di La Pitie-Salpetriere Hospital, a Parigi in Francia, ha compiuto una revisione sull’argomento.
Dalla ricerca è emerso che le modificazioni dello stile di vita dovrebbero essere incoraggiate. Tuttavia queste strategie non-farmacologiche non sono sempre adatte ai pazienti con performance status alterato in relazione a un tumore metastatico e che necessitano di un intervento farmacologico immediato.
Solo uno studio randomizzato ha mostrato un effetto benefico dell’uso di bloccanti il canale del calcio ( calcio antagonisti ) per prevenire o minimizzare l’ipertensione secondaria a terapia anti-angiogenica.
I nitrati sembrano altrettanto efficaci nel controllare tale effetto collaterale.
In conclusione, in questo contesto non può essere emessa una chiara raccomandazione a favore di un farmaco antipertensivo dal momento che non sono disponibili studi controllati sull’argomento.
I farmaci per abbassare la pressione sanguigna dovrebbero essere scelti in modo personalizzato per ciascun paziente in base alle circostanze cliniche; gli inibitori dell’angiogenesi non dovrebbero essere somministrati ai pazienti che sono andati incontro a crisi ipertensive. ( Xagena2009 )
Izzedine H et al, Ann Oncol 2009; 20: 807-815
Farma2009 Onco2009 Cardio2009
Indietro
Altri articoli
Aumento dei biomarcatori di angiogenesi nel liquido cerebrospinale nella malattia di Parkinson
Sono stati studiati i biomarcatori dell'angiogenesi nella malattia di Parkinson, e come questi siano associati alle caratteristiche cliniche, alla permeabilità...
Rischio di tromboembolia venosa con l’inibitore dell’angiogenesi Bevacizumab nei pazienti con tumore
La tromboembolia venosa è una delle principali cause di morbilità e mortalità nei pazienti affetti da tumore.Una meta-analisi ha valutato...
Inibitori dell’angiogenesi: farmaci in grado di bloccare la crescita tumorale
I tumori, che necessitano di ossigeno e di nutrienti per crescere e diffondersi, sviluppano una rete di nuovi vasi sanguigni...
L'FDA ha approvato il primo farmaco anti-angiogenesi, Avastin, per il trattamento del carcinoma colorettale metastatico
L'FDA ( Food and Drug Administration ) ha approvato il farmaco antitumorale Bevacizumab ( Avastin ). Il Bevacizumab verrà...
Bevacizumab è il primo farmaco anti-angiogenesi ad allungare la sopravvivenza nei pazienti con carcinoma colorettale metastatizzato
Uno studio clinico di fase III ha dimostrato che il Bevacizumab ( rhuMAb-VEGF , Avastin ), associato alla chemioterapia...
Attività antitumorale dell’inibitore dell’angiogenesi ABT-510 nei sarcomi dei tessuti molli
Nel corso del congresso dell’ASCO sono stati presentati i risultati di uno studio clinico di fase I che ha...
Angiogenesi tumorale: Bevacizumab, un inibitore di VEGF
Il Bevacizumab ( rhuMab-VEGF; Avastin ) è un inibitore del VEGF ( Vascular Endothelial Growth Factor ), una proteina che...
Nuovi approcci anti angiogenesi
Nei tumori il processo della morte cellulare programmata ( apoptosi ) è alterato. Nel corso dell’International Conference on Molecular Targets...
Studio TRAFFIC : angiogenesi con rFGF-2 nella claudicatio intermittens
Nei modelli ischemici animali l'rFGF-2 (recombinant fibroblast growth factor -2) ha prodotto miglioramenti nella perfusione. Lo studio ha valutato l'effetto...