Atezolizumab più Bevacizumab e chemioterapia nel tumore al polmone non-a-piccole cellule nello studio IMpower150; analisi dei pazienti con mutazioni di EGFR o metastasi epatiche al basale


Lo studio IMpower150 ha mostrato miglioramenti significativi nella sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) e nella sopravvivenza globale ( OS ) con Atezolizumab ( Tecentriq ) più Bevacizumab ( Avastin ) più Carboplatino più Paclitaxel ( ABCP ) rispetto allo standard di cura Bevacizumab più Carboplatino più Paclitaxel ( BCP ) nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule non-squamoso naive-alla-chemioterapia.

E' stata riportata l'efficacia del regime ABCP o Atezolizumab più Carboplatino più Paclitaxel ( ACP ) rispetto a BCP in sottogruppi chiave di pazienti.

IMpower150 era uno studio di fase 3 randomizzato, in aperto, condotto presso 240 centri medici accademici e cliniche di oncologia in 26 Paesi in tutto il mondo.
I pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule metastatico naive-alla-chemioterapia sono stati assegnati in modo casuale a ricevere ABCP, ACP o BCP ogni tre settimane.

Gli endpoint co-primari erano la sopravvivenza globale e la sopravvivenza libera da progressione valutata dallo sperimentatore in pazienti wild-type intention-to-treat ( erano esclusi i pazienti con alterazioni genetiche del recettore del fattore di crescita epidermico, EGFR, o della chinasi del linfoma anaplastico, ALK ).

L'efficacia è stata valutata in sottogruppi chiave all'interno della popolazione intention-to-treat, compresi i pazienti con mutazioni EGFR ( sia sensibilizzanti che non-sensibilizzanti; EGFR-positivi ) precedentemente trattati con uno o più inibitori della tirosin-chinasi e pazienti con metastasi epatiche al basale.
La sopravvivenza globale nella popolazione intention-to-treat è stata inclusa tra gli endpoint secondari di efficacia.

Gli endpoint esplorativi includevano la percentuale di pazienti che ottenevano una risposta obiettiva nella popolazione intention-to-treat, compresi i pazienti positivi per EGFR e i pazienti con metastasi epatiche al basale.

I dati sono stati riportati fino al 22 gennaio 2018, data di interruzione in cui il numero di eventi di sopravvivenza globale prespecificati coprimari è stato raggiunto nel gruppo ABCP rispetto al gruppo BCP.

Tra il 2015 e il 2016 sono stati arruolati 1.202 pazienti. 400 sono stati assegnati in modo casuale a ABCP, 402 a ACP e 400 a BCP.
Nei pazienti positivi per EGFR ( 124 su 1.202 ), la sopravvivenza globale mediana non era stimabile ( NE ) con ABCP ( 34 su 400 ) ed era di 18.7 mesi con BCP ( 45 su 400; hazard ratio HR 0.61 ).

È stata osservata una sopravvivenza globale migliorata con ABCP rispetto a BCP in pazienti con mutazioni sensibilizzanti di EGFR ( sopravvivenza globale mediana non-stimabile con ABCP, 26 su 400, vs 17.5 mesi con BCP, 32 su 400; HR 0.31 ) e nella popolazione intention-to-treat ( 19.8 mesi vs 14.9 mesi; HR 0.76 ).

È stata osservata una sopravvivenza globale mediana migliorata con ABCP rispetto a BCP in pazienti con metastasi epatiche al basale ( 13.3 mesi con ABCP, 52 su 400, vs 9.4 mesi con BCP, 57 su 400; HR 0.52 ).
La sopravvivenza globale mediana era di 21.4 mesi con ACP rispetto a 18.7 mesi con BCP nei pazienti EGFR-positivi ( HR 0.93 ).

Non è stato osservato alcun beneficio di sopravvivenza globale con ACP rispetto a BCP in pazienti con mutazioni EGFR-sensibilizzanti ( HR 0.90 ), nella popolazione intention-to-treat ( HR 0.85 ) o in pazienti con metastasi epatiche al basale ( HR 0.87 ).

Nella popolazione intention-to-treat con sicurezza valutabile si sono verificati eventi correlati al trattamento di grado 3-4 in 223 pazienti ( 57% ) nel gruppo ABCP, in 172 ( 43% ) nel gruppo ACP e in 191 ( 49% ) nel gruppo BCP; 11 eventi avversi ( 3% ) di grado 5 si sono verificati nel gruppo ABCP, così come 4 ( 1% ) nel gruppo ACP e 9 ( 2% ) nel gruppo BCP.

È stata osservata una sopravvivenza migliorata per i pazienti trattati con il regime ABCP rispetto a quelli trattati con BCP nella popolazione intention-to-treat e nei pazienti con metastasi epatiche al basale.
Il segnale di sopravvivenza globale nel sottogruppo di pazienti con mutazioni EGFR-sensibilizzanti richiede ulteriori studi. ( Xagena2019 )

Reck M et al, Lancet Respiratory Medicine 2019; 7: 387-401

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