Caratteristiche cliniche e molecolari associate alla sopravvivenza tra i pazienti trattati con inibitori del checkpoint per carcinoma al polmone non-a-piccole cellule in fase avanzata


Gli inibitori del checkpoint hanno sostituito Docetaxel ( Taxotere ) come nuova terapia standard di seconda linea nel carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) avanzato, ma si sa poco sul potenziale valore predittivo delle caratteristiche cliniche e molecolari.

È stata valutata l'efficacia relativa di un inibitore del checkpoint verso Docetaxel in generale e in sottogruppi definiti da caratteristiche clinico-patologiche in una revisione sistematica e meta-analisi di studi clinici randomizzati che hanno confrontato un inibitore del checkpoint ( Nivolumab [ Opdivo ], Pembrolizumab [ Keytruda ] o Atezolizumab [ Tecentriq ] ) con Docetaxel.

Per ogni studio sono stati esaminati le caratteristiche clinico-patologiche dei pazienti, il tipo di chemioterapia e il tipo di inibitore del checkpoint.
In totale, 5 studi condotti su 3.025 pazienti con tumore NSCLC avanzato sono stati inclusi nella meta-analisi.

I pazienti sono stati randomizzati a ricevere un inibitore del checkpoint ( Nivolumab, 427, 14.1%; Pembrolizumab, 691, 22.8%; o Atezolizumab, 569, 18.8% ) oppure Docetaxel ( 1.338, 44.2% ).

Gli inibitori del checkpoint sono stati associati a una sopravvivenza globale prolungata, rispetto a Docetaxel ( hazard ratio, HR=0.69; P minore di 0.001 ).
Hanno prolungato la sopravvivenza globale nel sottogruppo con EGFR wild-type ( HR=0.67; P minore di 0.001 ), ma non nel sottogruppo con EGFR mutante ( HR=1.11; P=0.54; P interazione=0.005 ) e hanno prolungato la sopravvivenza globale nel sottogruppo con KRAS mutante ( HR=0.65; P=0.03 ) ma non nel sottogruppo con KRAS wild-type ( HR=0.86; P=0.24; P interazione=0.24 ).

I benefici del trattamento sono stati simili in base allo stato di fumatore ( mai-fumatori HR=0.79 vs fumatori, HR=0.69; P interazione=0.40 ), performance status ( 0, HR=0.69, vs 1, HR=0.68; P interazione=0.85 ), età ( inferiore a 65 anni, HR=0.71, vs maggiore o uguale a 65 anni, HR=0.69; P interazione=0.74 ), istologia ( squamosa, HR=0.67, vs non-squamosa, HR=0.70, P interazione=0.71 ), o sesso ( maschile, HR=0.69, vs femminile, HR=0.70; P interazione=0.82 ).

In conclusione, gli inibitori del checkpoint, confrontati con Docetaxel, sono associati a sopravvivenza globale significativamente prolungata nella terapia di seconda linea per tumore NSCLC.
Il riscontro di nessun beneficio di sopravvivenza globale per i pazienti con tumori EGFR-mutati suggerisce che gli inibitori del checkpoint dovrebbero essere considerati solo dopo aver esaurito le altre terapie efficaci. ( Xagena2018 )

Lee CK et al, JAMA Oncol 2018; 4: 210-216

Onco2018 Pneumo2018 Farma2018


Indietro

Altri articoli




I cambiamenti radiografici potrebbero non catturare completamente gli effetti del trattamento degli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ). Sono state...


Attualmente non esiste una terapia standard per migliorare l'anoressia correlata al tumore, che ostacola la sopravvivenza. La Mirtazapina ( Remeron...


La progressione intratoracica rimane il modello predominante di fallimento nei pazienti trattati con chemioradioterapia concomitante seguita da un inibitore del...


La combinazione di un anticorpo contro PD-1 o il suo ligando ( PD-L1 ) con la chemioterapia è il trattamento...


E' stata riportata l'efficacia sul sistema nervoso centrale ( SNC ) di Osimertinib ( Tagrisso ) più chemioterapia di prima...


Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...


Lo studio di fase 2 TRUST-I ha mostrato risposte durature nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC )...