Erlotinib più Bevacizumab versus Erlotinib da solo nei pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule non-squamoso EGFR-positivo avanzato: studio NEJ026


La resistenza alla monoterapia con inibitore della tirosin-chinasi ( TKI ) dell'EGFR di prima generazione o di seconda generazione si sviluppa in quasi la metà dei pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) EGFR-positivo dopo 1 anno di trattamento.

Lo studio JO25567 di fase 2 che ha confrontato la terapia di associazione con Erlotinib più Bevacizumab con la monoterapia con Erlotinib ha stabilito l'attività e la tossicità gestibile di Erlotinib più Bevacizumab nei pazienti con tumore NSCLC.
È stato condotto uno studio di fase 3 per convalidare i risultati dello studio JO25567.

Sono stati riportati i risultati dell'analisi provvisoria pianificata.

In questa analisi ad interim dello studio randomizzato, in aperto, di fase III NEJ026, sono stati reclutati pazienti con malattia in fase IIIB-IV o recidiva, tumore NSCLC citologicamente o istologicamente confermato non-squamoso con aberrazioni genomiche EGFR-attivanti da 69 Centri in tutto il Giappone.

I pazienti eleggibili avevano almeno 20 anni e avevano un ECOG performance status di 2 o inferiore, nessuna precedente chemioterapia per malattia avanzata e una o più lesioni misurabili basate sui criteri RECIST ( versione 1.1 ).
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Erlotinib ( Tarceva ) orale 150 mg al giorno più Bevacizumab ( Avastin ) per via endovenosa 15 mg/kg una volta ogni 21 giorni o Erlotinib 150 mg al giorno in monoterapia.

La randomizzazione è stata effettuata stratificando per sesso, abitudine al fumo, stadio clinico e sottotipo di mutazione EGFR.

L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione. L'efficacia è stata analizzata nella popolazione intention-to-treat modificata, che includeva tutti i pazienti assegnati casualmente che hanno ricevuto almeno una dose di trattamento, e avevano almeno una valutazione della risposta.
La sicurezza è stata analizzata in tutti i pazienti che hanno ricevuto almeno una dose di farmaco in studio.

Tra il 2015 e il 2016, 228 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Erlotinib più Bevacizumab ( n=114 ) o Erlotinib da solo ( n=114 ).
112 pazienti in ciascun gruppo sono stati valutati per l'efficacia e la sicurezza è stata valutata in 112 pazienti nel gruppo con terapia di associazione e 114 nel gruppo di monoterapia.

Il follow-up mediano è stato di 12.4 mesi.

Al momento dell'analisi ad interim, la sopravvivenza mediana libera da progressione ( PFS ) per i pazienti nel gruppo con Erlotinib più Bevacizumab era di 16.9 mesi rispetto a 13.3 mesi per i pazienti nel gruppo Erlotinib ( hazard ratio, HR=0.605, P=0.016 ).

98 su 112 pazienti ( 88% ) nel gruppo trattato con Erlotinib più Bevacizumab e 53 su 114 pazienti ( 46% ) nel gruppo trattato con Erlotinib hanno manifestato eventi avversi di grado 3 o maggiori.

L'evento avverso di grado 3-4 più comune era rash ( 23 su 112 pazienti nel gruppo Erlotinib più Bevacizumab, 21%, versus 24 su 114 pazienti, 21%, nel gruppo trattato con Erlotinib ).
9 su 112 pazienti ( 8% ) nel gruppo trattato con Erlotinib più Bevacizumab e 5 su 114 pazienti ( 4% ) nel gruppo trattato con Erlotinib hanno presentato eventi avversi gravi.

Gli eventi avversi gravi più comuni sono stati neutropenia di grado 4 ( 2 su 112 pazienti, 2%, nel gruppo Erlotinib più Bevacizumab ) e disfunzione epatica di grado 4 ( 1 su 112 pazienti, 1%, nel gruppo Erlotinib più Bevacizumab e 1 su 114 pazienti, 1%, nel gruppo trattato con Erlotinib ).

Non si sono verificati decessi correlati al trattamento.

I risultati di questa analisi ad interim hanno dimostrato che la terapia di associazione con Bevacizumab più Erlotinib migliora la sopravvivenza libera da progressione rispetto al solo Erlotinib nei pazienti con carcinoma al polmone non-a-piccole cellule EGFR-positivo.
Saranno necessari studi futuri con un follow-up più lungo e dati sulla sopravvivenza globale e sulla qualità di vita per valutare ulteriormente l'efficacia di questa combinazione in questo setting. ( Xagena2019 )

Saito H et al, Lancet Oncology 2019; 20: 625-635

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