Esiti di sopravvivenza a 5 anni dallo studio PACIFIC: Durvalumab dopo chemioradioterapia nel tumore al polmone non-a-piccole cellule di stadio III


Lo studio di fase III PACIFIC ha confrontato Durvalumab ( Imfinzi ) con placebo nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule in stadio III non resecabile e senza progressione della malattia dopo chemioradioterapia concomitante.

Il consolidamento di Durvalumab è stato associato a miglioramenti significativi negli endpoint primari di sopravvivenza globale ( OS; hazard ratio stratificato HR, 0.68; P=0.00251 ) e sopravvivenza libera da progressione ( PFS, revisione centrale indipendente in cieco; RECIST 1.1; HR stratificato, 0.52; P minore di 0.0001 ), con sicurezza gestibile.

Sono state riportate analisi esplorative aggiornate della sopravvivenza, circa 5 anni dopo l'assegnazione casuale dell'ultimo paziente.

I pazienti con performance status dell’OMS di 0 o 1 ( qualsiasi stato di PD-L1 tumorale ) sono stati assegnati in modo casuale a Durvalumab ( 10 mg/kg per via endovenosa; somministrato una volta ogni 2 settimane per 12 mesi ) oppure placebo, stratificando per età, sesso e storia di fumo.

In tutto 709 pazienti su 713 assegnati in modo casuale hanno ricevuto Durvalumab ( 473 su 476 ) o placebo ( 236 su 237 ).
A gennaio 2021 ( follow-up mediano, 34.2 mesi, tutti i pazienti; 61.6 mesi, pazienti censurati ), la sopravvivenza globale ( HR stratificato, 0.72; mediana, 47.5 vs 29.1 mesi ) e la sopravvivenza senza progressione aggiornate ( HR stratificato, 0.55; mediana, 16.9 vs 5.6 mesi ) sono rimaste coerenti con le analisi primarie.
I tassi stimati a 5 anni per Durvalumab e placebo sono stati del 42.9% versus 33.4% per la sopravvivenza globale e 33.1% versus19.0% per la sopravvivenza libera da progressione.

Queste analisi aggiornate hanno mostrato una sopravvivenza globale robusta e sostenuta e un beneficio duraturo in termini di sopravvivenza senza progressione con Durvalumab dopo la chemioradioterapia.
Si stima che circa il 42.9% dei pazienti assegnati in modo casuale a Durvalumab rimanga in vita a 5 anni e il 33.1% dei pazienti assegnati in modo casuale a Durvalumab rimanga vivo e privo di progressione della malattia, stabilendo un nuovo benchmark per lo standard di cura in questo contesto. ( Xagena2022 )

Spigel DR et al, J Clin Oncol 2022; 40: 1301-1311

Pneumo2022 Onco2022 Farma2022


Indietro

Altri articoli




I cambiamenti radiografici potrebbero non catturare completamente gli effetti del trattamento degli inibitori del checkpoint immunitario ( ICI ). Sono state...


Attualmente non esiste una terapia standard per migliorare l'anoressia correlata al tumore, che ostacola la sopravvivenza. La Mirtazapina ( Remeron...


La progressione intratoracica rimane il modello predominante di fallimento nei pazienti trattati con chemioradioterapia concomitante seguita da un inibitore del...


La combinazione di un anticorpo contro PD-1 o il suo ligando ( PD-L1 ) con la chemioterapia è il trattamento...


E' stata riportata l'efficacia sul sistema nervoso centrale ( SNC ) di Osimertinib ( Tagrisso ) più chemioterapia di prima...


Nel trattamento del tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) con una mutazione driver, il ruolo dell’anticorpo anti-PD-L1 dopo l’inibitore...


Lo studio di fase 2 TRUST-I ha mostrato risposte durature nei pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC )...