Passaggio a Nilotinib da Imatinib in pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica con risposta sub-ottimale a Imatinib


La gestione ottimale dei pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica con risposta citogenetica non-ottimale rimane indeterminata.
E’ stata valutata la sicurezza e l'efficacia del passaggio a Nilotinib ( Tasigna ) dall’aumento della dose di Imatinib ( Glivec ) per i pazienti con risposta citogenetica non-ottimale a Imatinib.

È stato effettuato uno studio di fase 3, in aperto, randomizzato, LASOR, nei pazienti con leucemia mieloide cronica in fase cronica con risposta citogenetica non-ottimale a Imatinib in base ai criteri 2009 European LeukemiaNet ( ELN ), in America Latina, Europa e Asia ( 59 ospedali e centri di cura in 12 Paesi ).
I pazienti eleggibili avevano un’età di almeno 18 anni, leucemia mieloide cronica in fase cronica positiva per il cromosoma Philadelphia ( Ph+ ) e performance status ECOG di 0-2.

Prima dell'arruolamento, tutti i pazienti avevano ricevuto 3-18 mesi di Imatinib 400 mg una volta al giorno e avevano una risposta citogenetica non-ottimale in base alle raccomandazioni 2009 ELN, stabilite attraverso la citogenetica del midollo osseo.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a passare a Nilotinib 400 mg due volte al giorno o a incremento graduale della dose di Imatinib a 600 mg una volta al giorno.

Il cambio di trattamento è stato permesso per perdita di risposta o intolleranza, in qualsiasi momento, o per i pazienti con risposta citogenetica completa dopo 6 mesi.

L'endpoint primario era una risposta citogenetica completa dopo 6 mesi nella popolazione intention-to-treat.

Sono stati presentati i risultati finali a 24 mesi di follow-up.

Tra il 2009 e il 2012 sono stati arruolati 191 pazienti.
96 pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Nilotinib e 95 pazienti sono stati assegnati in modo random a Imatinib.

Una risposta citogenetica completa a 6 mesi è stata raggiunta da 48 su 96 pazienti nel gruppo Nilotinib ( 50% ) e da 40 su 95 pazienti nel gruppo Imatinib ( 42%; differenza 7.9% a favore di Nilotinib; P=0.31 ).

Escludendo le risposte raggiunte dopo il cambio di trattamento, 48 ( 50% ) dei 96 pazienti nel gruppo Nilotinib e 34 ( 36% ) dei 95 pazienti nel gruppo Imatinib hanno raggiunto la risposta citogenetica completa dopo 6 mesi ( P nominale=0.058 ).

Eventi avversi non-ematologici di grado 3-4 che si sono verificati in più di un paziente sono stati: cefalea ( gruppo Nilotinib, n=2, 2%, di cui 1 dopo passaggio a Imatinib; gruppo Imatinib, n=1, 1% ), crisi blastica ( gruppo Nilotinib, n=1, 1%; gruppo Imatinib, n=1, 1% ) e prolungamento dell'intervallo QT ( gruppo Nilotinib, n=1, 1%; gruppo Imatinib, n=1, 1%, dopo passaggio a Nilotinib ).

Eventi avversi gravi associati al trattamento sono stati segnalati in 11 ( 11% ) dei 96 pazienti nel gruppo Nilotinib e in 9 ( 10% ) dei 93 pazienti nel gruppo Imatinib.
7 ( 7% ) dei 96 pazienti nel gruppo Nilotinib sono morti e 5 ( 5% ) dei 93 pazienti nel gruppo Imatinib; nessun decesso è risultato correlato al trattamento.

Mentre sono necessarie analisi a lungo termine per stabilire se i benefici clinici osservati con il passaggio a Nilotinib siano associati a migliori esiti di sopravvivenza a lungo termine, i risultati hanno indicato che i pazienti con risposta citogenetica non-ottimale hanno maggiori probabilità di ottenere una migliore risposta citogenetica e molecolare con il passaggio a Nilotinib che con l’aumento della dose di Imatinib, anche se la differenza non era statisticamente significativa quando sono state incluse le risposte raggiunte dopo il cambio di farmaco. ( Xagena2016 )

Cortes JE et al, Lancet Haematology 2016; 3: e581-e591

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