Linifanib versus Sorafenib nel carcinoma epatocellulare avanzato
Uno studio in aperto di fase III ha valutato l'efficacia e la tollerabilità di Linifanib rispetto a Sorafenib [ Nexavar ] in pazienti con carcinoma epatocellulare ( HCC ) senza terapia sistemica precedente.
I pazienti sono stati assegnati in modo casuale a Linifanib 17.5 mg una volta al giorno oppure a Sorafenib 400 mg 2 volte al giorno.
I pazienti sono stati stratificati per regione ( fuori dall’Asia, Giappone e resto dell'Asia ), punteggio di prestazione ECOG 0 o 1 ( Eastern Cooperative Oncology Group ), invasione vascolare o diffusione extraepatica ( presente o assente ) e infezione da virus dell'epatite B ( HBV; presente o assente ).
L'endpoint primario dello studio era la sopravvivenza globale ( OS ).
Gli endpoint secondari erano il tempo alla progressione ( TTP ) e il tasso di risposta obiettiva ( ORR ) per RECIST v1.1.
Sono stati assegnati in modo casuale 1.035 pazienti ( età media, 60 anni; asiatici, 66.6%; ECOG PS 0, 65.2%; HBV, 49.1%; invasione vascolare o diffusione extraepatica, 70.1% ).
La sopravvivenza mediana globale è stata di 9.1 mesi nel braccio Linifanib e 9.8 mesi nel braccio Sorafenib ( hazard ratio, HR=1.046 ).
Per sottogruppi prespecificati di stratificazione, l’hazard ratio di sopravvivenza globale è variato da 0.793 a 1.119.
Il tempo mediano alla progressione è stato pari a 5.4 mesi nel braccio Linifanib e 4.0 mesi nel braccio Sorafenib ( P=0.001 ).
Il miglior tasso di risposta è stato del 13.0% nel braccio Linifanib rispetto a 6.9% nel braccio Sorafenib.
Eventi avversi di grado 3/4, gravi eventi avversi ed eventi avversi che hanno portato a sospensione dello studio, interruzione della dose e riduzione della dose sono stati più frequenti con Linifanib ( tutti P minore di 0.001 ).
In conclusione, Linifanib e Sorafenib hanno presentato una sopravvivenza globale simile nell’epatocarcinoma in fase avanzata.
I limiti predefiniti di superiorità e di non-inferiorità riguardanti la sopravvivenza globale non sono stati rispettati per Linifanib e lo studio non è riuscito a soddisfare l'endpoint primario.
Il tempo alla progressione e il tasso di risposta obiettivo erano a favore di Linifanib; i risultati di sicurezza hanno favorito Sorafenib. ( Xagena2015 )
Cainap C et al, J Clin Oncol 2015;33:172-179
Gastro2015 Onco2015 Farma2015
Indietro
Altri articoli
Mantenimento con Sorafenib dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche nei pazienti con leucemia mieloide acuta FLT3-ITD
Uno studio di fase 3 in aperto, multicentrico, randomizzato ha dimostrato che il mantenimento con Sorafenib ( Nexavar ) dopo...
Camrelizumab più Rivoceranib versus Sorafenib come terapia di prima linea per il carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio CARES-310
È stato dimostrato che l’immunoterapia con inibitori del checkpoint immunitario combinati con un inibitore della tirosina-chinasi ( TKI ) anti-angiogenico...
Sorafenib aggiunto a Cladribina, Citarabina ad alte dosi, fattore di crescita granulocitario e Mitoxantrone nella leucemia mieloide acuta non-trattata
L'inibitore multichinasi Sorafenib ( Nexavar ) migliora la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) se utilizzato negli adulti con...
Nivolumab versus Sorafenib nel carcinoma epatocellulare avanzato: studio CheckMate 459
Nello studio CheckMate 040 di fase 1-2, Nivolumab ( Opdivo ) in monoterapia ha mostrato risposte durature, sicurezza gestibile e...
Cabozantinib più Atezolizumab versus Sorafenib per il carcinoma epatocellulare avanzato: studio COSMIC-312
Cabozantinib ( Cabometyx ) ha mostrato attività clinica in combinazione con inibitori del checkpoint nei tumori solidi. Lo studio COSMIC-312...
Chemioterapia per infusione arteriosa a base di Oxaliplatino più Fluorouracile rispetto a Sorafenib nel carcinoma epatocellulare avanzato: studio FOHAIC-1
La chemioterapia per infusione arteriosa epatica interventistica di Fluorouracile, Leucovorina e Oxaliplatino ( HAIC-FO ) ha mostrato un profilo di...
Atezolizumab più Bevacizumab rispetto a Sorafenib nei pazienti con carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio IMbrave150
È importante comprendere l'esperienza dei pazienti riguardo al trattamento del cancro. Sono stati valutati gli esiti riportati dai pazienti (...
Donafenib versus Sorafenib nel trattamento di prima linea del carcinoma epatocellulare non-resecabile o metastatico
Donafenib, un nuovo inibitore multichinasico e un derivato deuterato del Sorafenib ( Nexavar ), ha mostrato efficacia negli studi di...
Sintilimab più un biosimilare di Bevacizumab rispetto a Sorafenib nel carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio ORIENT-32
La Cina ha un alto carico di carcinoma epatocellulare e l'infezione da virus dell'epatite B ( HBV ) è il...
Lenvatinib versus Sorafenib per il trattamento di prima linea del carcinoma epatocellulare non-resecabile
Il carcinoma epatocellulare è la terza causa di morte per cancro nel mondo. La conservazione della qualità di vita correlata...