Sorafenib come agente singolo nei pazienti con tumore del polmone non a piccole cellule, avanzato, recidivante o refrattario
Sorafenib ( Nexavar ) è un inibitore multichinasico orale che ha come bersaglio il pathway mitogenico di Ras/Raf/MEK/ERK e i recettori tirosin-chinasici angiogenici, VEGFR2 ( recettore del fattore di crescita vascolare endoteliale ) e PDGFR beta ( recettore del fattore di crescita derivato dalle piastrine beta ).
Un gruppo di Ricercatori del MD Anderson Cancer Center di Houston negli Stati Uniti, ha valutato in uno studio di fase II, a singolo braccio e multicentrico, la risposta antitumorale e la tollerabilità di Sorafenib nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato recidivante o refrattario, la maggior parte dei quali aveva ricevuto in precedenza chemioterapia a base di Platino.
Pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato recidivante o refrattario sono stati trattati con Sorafenib 400 mg per via orale 2 volte al giorno fino al manifestarsi di progressione del tumore o di tossicità legata al trattamento non tollerabile.
L’obiettivo primario era la misurazione del tasso di risposta.
Dei 54 pazienti arruolati, 52 hanno ricevuto Sorafenib.
Le istologie predominanti erano adenocarcinoma ( 54% ) e carcinoma a cellule squamose ( 31% ).
Non sono state osservate risposte complete o parziali.
La stabilizzazione della malattia è stata raggiunta da 30 ( 59% ) dei 51 pazienti valutabili per l’efficacia.
Quattro pazienti con malattia stabile hanno sviluppato cavitazione del tumore.
La sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 2.7 mesi, mentre la sopravvivenza generale mediana ha raggiunto 6.7 mesi.
I pazienti con malattia stabile hanno mostrato una sopravvivenza mediana libera da progressione di 5.5 mesi.
La tossicità legata al trattamento di grado 3 e 4 includeva reazioni cutanee a mani e piedi ( 10% ), ipertensione ( 4% ), fatigue ( 2% ) e diarrea ( 2% ).
Nove pazienti sono deceduti entro un periodo di 30 giorni dalla sospensione del trattamento con Sorafenib e uno è andato incontro a emorragia polmonare che è stata attribuita al farmaco.
In conclusione, il trattamento continuo con Sorafenib 400 mg 2 volte al giorno è risultato associato a stabilizzazione della malattia in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio avanzato.
L’ampia attività di Sorafenib e il suo accettabile profilo di tossicità suggeriscono di approfondire lo studio di questo farmaco come terapia per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. ( Xagena2009 )
Blumenschein GR Jr et al, J Clin Oncol 2009; 27: 4274-4280
Farma2009 Pneumo2009 Onco2009
Indietro
Altri articoli
Mantenimento con Sorafenib dopo trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche nei pazienti con leucemia mieloide acuta FLT3-ITD
Uno studio di fase 3 in aperto, multicentrico, randomizzato ha dimostrato che il mantenimento con Sorafenib ( Nexavar ) dopo...
Camrelizumab più Rivoceranib versus Sorafenib come terapia di prima linea per il carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio CARES-310
È stato dimostrato che l’immunoterapia con inibitori del checkpoint immunitario combinati con un inibitore della tirosina-chinasi ( TKI ) anti-angiogenico...
Sorafenib aggiunto a Cladribina, Citarabina ad alte dosi, fattore di crescita granulocitario e Mitoxantrone nella leucemia mieloide acuta non-trattata
L'inibitore multichinasi Sorafenib ( Nexavar ) migliora la sopravvivenza libera da eventi ( EFS ) se utilizzato negli adulti con...
Nivolumab versus Sorafenib nel carcinoma epatocellulare avanzato: studio CheckMate 459
Nello studio CheckMate 040 di fase 1-2, Nivolumab ( Opdivo ) in monoterapia ha mostrato risposte durature, sicurezza gestibile e...
Cabozantinib più Atezolizumab versus Sorafenib per il carcinoma epatocellulare avanzato: studio COSMIC-312
Cabozantinib ( Cabometyx ) ha mostrato attività clinica in combinazione con inibitori del checkpoint nei tumori solidi. Lo studio COSMIC-312...
Chemioterapia per infusione arteriosa a base di Oxaliplatino più Fluorouracile rispetto a Sorafenib nel carcinoma epatocellulare avanzato: studio FOHAIC-1
La chemioterapia per infusione arteriosa epatica interventistica di Fluorouracile, Leucovorina e Oxaliplatino ( HAIC-FO ) ha mostrato un profilo di...
Atezolizumab più Bevacizumab rispetto a Sorafenib nei pazienti con carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio IMbrave150
È importante comprendere l'esperienza dei pazienti riguardo al trattamento del cancro. Sono stati valutati gli esiti riportati dai pazienti (...
Donafenib versus Sorafenib nel trattamento di prima linea del carcinoma epatocellulare non-resecabile o metastatico
Donafenib, un nuovo inibitore multichinasico e un derivato deuterato del Sorafenib ( Nexavar ), ha mostrato efficacia negli studi di...
Sintilimab più un biosimilare di Bevacizumab rispetto a Sorafenib nel carcinoma epatocellulare non-resecabile: studio ORIENT-32
La Cina ha un alto carico di carcinoma epatocellulare e l'infezione da virus dell'epatite B ( HBV ) è il...
Lenvatinib versus Sorafenib per il trattamento di prima linea del carcinoma epatocellulare non-resecabile
Il carcinoma epatocellulare è la terza causa di morte per cancro nel mondo. La conservazione della qualità di vita correlata...