Brivanib versus Sorafenib come terapia di prima linea in pazienti con epatocarcinoma in stadio avanzato non-resecabile


Brivanib è un doppio inibitore del fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGF ) e dei recettori del fattore di crescita dei fibroblasti ( FGFR ) che sono implicati nella patogenesi del carcinoma epatocellulare.

È stato condotto uno studio multinazionale, randomizzato, in doppio cieco e di fase III per confrontare Brivanib con Sorafenib ( Nexavar ) come trattamento di prima linea per carcinoma epatocellulare.

Pazienti con epatocarcinoma in stadio avanzato che non avevano ricevuto precedente terapia sistemica sono stati assegnati in maniera casuale e in un rapporto 1:1 a Sorafenib 400 mg 2 volte al giorno per via orale ( n=578 ) o Brivanib 800 mg 1 volta al giorno per via orale ( n=577 ).

L’endpoint primario era la sopravvivenza generale, quelli secondari includevano tempo alla progressione, tasso di risposta oggettiva, tasso di controllo della malattia in base ai criteri mRECIST e sicurezza.

L’endpoint primario di non-inferiorità per la sopravvivenza generale per Brivanib versus Sorafenib nella popolazione per-protocollo ( n=1150 ) non è stato raggiunto ( hazard ratio [ HR ], 1.06 ), in base al margine prespecificato ( limite superiore dell’intervallo di confidenza uguale o inferiore a 1.08 ).

La sopravvivenza generale mediana è stata 9.9 mesi per Sorafenib e 9.5 mesi per Brivanib.

Tempo alla progressione, tasso di risposta oggettiva, tasso di controllo della malattia sono risultati simili tra i due bracci dello studio.

I più frequenti eventi avversi di grado 3/4 per Sorafenib e Brivanib sono stati: iponatremia ( 9% e 23%, rispettivamente ), innalzamento del livello di AST [ aspartato-aminotransferasi ] ( 17% e 14% ), fatigue ( 7% e 15% ), reazioni cutanee mano-piede ( 15% e 2% ) e ipertensione ( 5% e 13% ).

L’interruzione a causa di eventi avversi è stata del 33% per Sorafenib e del 43% per Brivanib; i tassi di riduzione di dose sono stati, rispettivamente, pari a 50% e 49%.

In conclusione, questo studio non ha raggiunto il suo endpoint primario di non-inferiorità per la sopravvivenza generale per Brivanib versus Sorafenib.
Tuttavia, entrambi i farmaci hanno mostrato simile attività antitumorale, in base agli endpoint di efficacia.
Brivanib ha mostrato un profilo di sicurezza accettabile, ma è risultato meno tollerato di Sorafenib. ( Xagena2013 )

Johnson PJ et al, J Clin Oncol 2013; 31: 3517-3524

Onco2013 Gastro2013 Farma2013


Indietro

Altri articoli


La progressione intratoracica rimane il modello predominante di fallimento nei pazienti trattati con chemioradioterapia concomitante seguita da un inibitore del...


L'adenocarcinoma duttale pancreatico è caratterizzato da bassa immunogenicità e da un microambiente tumorale immunosoppressore. LOAd703, un adenovirus oncolitico con transgeni...


L'antigene tumorale 125 ( CA-125 ) è raccomandato dalle linee guida terapeutiche e ampiamente utilizzato per diagnosticare la recidiva del...


I pazienti con carcinoma prostatico biochimicamente ricorrente ( BRPC ) dopo prostatectomia radicale e un breve tempo di raddoppio del...


Per la tubercolosi farmacosensibile sono necessari trattamenti più brevi. L'aggiunta delle statine aggiuntive aumenta l’attività battericida nei modelli preclinici di...


L'aggiunta di Docetaxel ( Taxotere ) alla terapia di deprivazione androgenica ( ADT ) migliora la sopravvivenza nei pazienti con...


Le doppiette a base di Platino con Bevacizumab ( Avastin ) concomitante e di mantenimento sono la terapia standard per...


Il trapianto di cellule staminali ematopoietiche aploidentiche ( aplo-HSCT ) utilizzando Ciclofosfamide post-trapianto ( PTCy ) è appropriato per coloro...