Chemioterapia con o senza Bevacizumab in pazienti con carcinoma ovarico, carcinoma peritoneale primario o carcinoma delle tube di Fallopio ricorrente sensibile al Platino
Uno studio randomizzato, multicentrico, in cieco, controllato con placebo e di fase III, ha valutato l’efficacia e la sicurezza di Bevacizumab ( Avastin ) con Gemcitabina ( Gemzar ) e Carboplatino ( Paraplatin ), rispetto alla combinazione Gemcitabina e Carboplatino nel carcinoma ovarico, carcinoma peritoneale primario e carcinoma delle tube di Fallopio sensibile al Platino e ricorrente.
Pazienti con malattia sensibile al Platino ( ricorrenza a 6 o più mesi dopo la terapia di prima linea a base di Platino ) e misurabile sono state assegnate in maniera casuale a Gemcitabina più Bevacizumab oppure placebo per 6-10 cicli.
I trattamenti con Bevacizumab o placebo, rispettivamente, sono stati in seguito proseguiti fino alla progressione della malattia.
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione in base ai criteri RECIST; gli endpoint secondari erano tasso di risposta oggettiva, durata della risposta, sopravvivenza generale e sicurezza.
In generale, 484 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale ai trattamenti.
La sopravvivenza libera da progressione per il braccio Bevacizumab è risultata superiore a quella osservata nel braccio placebo ( hazard ratio [ HR ], 0.484; log-rank P inferiore a 0.0001 ); la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata, rispettivamente, di 12.4 vs 8.4 mesi.
Il tasso di risposta oggettiva ( 78.5% vs 57.4%; P inferiore a 0.0001 ) e la durata della risposta ( 10.4 vs 7.4 mesi; HR=0.534 ) sono risultati significativamente migliorati con l’aggiunta di Bevacizumab.
Non sono stati osservati nuovi problemi di sicurezza.
Ipertensione di grado 3 o superiore ( 17.4% vs meno di 1% ) e proteinuria ( 8.5% vs meno di 1% ) si sono manifestate più frequentemente nel braccio Bevacizumab.
I tassi di neutropenia e neutropenia febbrile sono risultati simili in entrambi i bracci.
Due pazienti nel braccio Bevacizumab sono andati incontro a perforazione gastrointestinale dopo l’interruzione del trattamento previsto dallo studio.
In conclusione, Gemcitabina e Carboplatino più Bevacizumab seguiti da Bevacizumab fino alla progressione hanno portato a un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione rispetto a Gemcitabina e Carboplatino più placebo in carcinoma ovarico, carcinoma peritoneale primario e carcinoma delle tube di Fallopio ricorrente, sensibile al Platino. ( Xagena2012 )
Aghajanian C et al, J Clin Oncol 2012; 30: 2039-2045
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