E’ improbabile che la concentrazione di proteina C-reattiva rappresenti un fattore causale nella malattia coronarica


I risultati di uno studio hanno indicato che le concentrazioni geneticamente aumentate di proteina C-reattiva ( CRP ) non sono correlate a fattori di rischio convenzionali e di rischio di malattia coronarica.

Lo studio, che ha riguardato 194.418 soggetti di età media 59 anni ( 89% europei ), di cui 46.557 affetti da coronaropatia, aveva come obiettivo quello di valutare se la proteina C-reattiva fosse un fattore causale per lo sviluppo di malattia coronarica.

Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a genotipizzazione per quattro polimorfismi di singoli nucleotidi ( SNP ), che rappresentano il 98% della variazione nel gene CRP nelle persone europee ( rs3093077, rs1205, rs1130864 e rs1800947 ).

E’ stato osservato che la presenza di ciascuna variante CRP era associata a un aumento del 14-30% della concentrazione di CRP rispetto alla sua assenza ( p
Non è stata riscontrata nessuna significativa differenza nel rischio di malattia coronarica per ciascuna variante CRP, con rapporti di rischio di coronaropatia di 0.93, 1, 0.98, e 0.99, rispettivamente, per rs3093077, rs1205, rs1130864 e rs1800947.

Dallo studio si evince che è improbabile che la proteina C-reattiva abbia un ruolo causale, anche piccolo, nella malattia coronarica.
Le associazioni osservate tra livelli plasmatici di CRP e malattia coronarica in studi prospettici derivano da causalità inversa o confondimento residuo a causa di altri fattori causali. ( Xagena2011 )

Fonte: British Medical Journal, 2011


Cardio2011 Reuma2011



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