La nascita pretermine sembra essere associata a ridotta sopravvivenza nel lungo periodo e ad una diminuita riproduzione


La nascita pretermine è una delle principali cause di morbilità e mortalità infantile. Tuttavia ci sono pochi dati riguardo allo stato di salute nel lungo periodo tra le persone nate pretermine.

Uno studio, coordinato da Ricercatori della Duke University Medical Center a Durham negli Stati Uniti, si è posto l’obiettivo di determinare gli effetti nel lungo periodo della nascita pretermine sulla sopravvivenza, sulla riproduzione e sulla nascita pretermine della successiva generazione.

Lo studio longitudinale, osservazionale, basato sulla popolazione, si è avvalso dei dati del Medical Birth Registry of Norway 1967-1988, riguardanti 1.167.506 nascite non-gemellari.
La coorte è stata seguita fino al 2002 per la sopravvivenza.
Per la valutazione dell’outcome riproduttivo sono state prese in considerazione le nascite comprese tra il 1967 ed il 1976, ed il follow-up è stato fino al 2004.

La percentuale dei soggetti nati pretermine è risultata più alta tra i maschi ( 5.6% ) che tra le femmine ( 4.7% ).

I soggetti pretermine hanno presentato un aumentato rischio di mortalità nel corso dell’infanzia.

Per i maschi nati dopo 22-27 settimane di gestazione, la percentuale di mortalità era pari a 1.33% e 1.01% per la morte infantile precoce e tardiva, con rischi relativi ( RR ) di 5.3 e 7.0, rispettivamente.
La percentuale di mortalità per le femmine nate nel periodo 22-27 settimane, era pari all’1.71% per la morte infantile precoce, con un RR di 9.7; non sono state osservate morti infantili tardive.

Per la nascita pretermine compresa tra 28 e 32 settimane, la mortalità infantile precoce e tardiva tra i maschi era pari a 0.73% e 0.3%, con RR di 2.5 e 2.3, rispettivamente.
Le femmine nate dopo 28-32 settimane di gestazione non hanno presentato un significativo aumento del rischio di mortalità infantile.

La riproduzione è risultata diminuita per i soggetti nati pretermine.

Per gli uomini e le donne nati tra la 22.a e la 27.a settimana, la riproduzione assoluta era 13.9% e 25%, con RR di 0.24 e 0.33, rispettivamente.
Per quelli nati tra la 28.a e la 32.a settimana, la riproduzione assoluta era pari al 38.6% e 59.2% per gli uomini e le donne, con RR di 0.7 e 0.81, rispettivamente.

Le donne pretermine, ma non gli uomini, erano ad aumentato rischio di avere prole pretermine. ( Xagena2008 )

Swamy GK et al, JAMA 2008; 299: 1429-1436


Gyne2008 Pedia2008


Indietro

Altri articoli

Una nuova meta-analisi contenente informazioni di quasi 2 milioni di donne in oltre un decennio ha scoperto che l'impiego di...


Il linfoma periferico a cellule T ( PTCL ) è un gruppo eterogeneo di neoplasie a cellule T mature; circa...


A cinque anni di età, i bambini concepiti con tecniche di procreazione medicalmente assistita possono presentare differenze nella funzione cardiaca...


L'obiettivo di uno studio è stato quello di determinare il rischio di tumore ovarico, tra cui tumori dell'ovaio maligni...


I tassi di bambini nati vivi dopo trattamento con tecnologie di riproduzione assistita sono stati tradizionalmente riportati su basi per-ciclo....


Non è chiara la misura in cui i difetti alla nascita dopo trattamenti per l’infertilità possano essere spiegati da fattori...


La sindrome dell’ovaio policistico ( PCOS ) è una delle più comuni cause di infertilità dovuta ad anovulazione. Le caratteristiche...


Il rischio di placenta previa può aumentare nelle gravidanze concepite mediante la tecnologia di riproduzione assistita. Non è noto se...


La sindrome dell’ovaio policistico ( PCOS ) è una delle più comuni cause di infertilità dovuta ad anovulazione nelle donne....