Alti valori di proteina C-reattiva sono in grado di predire la mortalità e l’infarto miocardico a lungo termine dopo procedura PCI
Livelli elevati di proteina C-reattiva ( CRP ) al momento della procedura PCI ( intervento coronarico percutaneo ) sono risultati predittivi di mortalità per qualsiasi causa e infarto miocardico a 10 anni.
Sono stati studiati 468 pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo con uno stent a rilascio di Sirolimus per malattia coronarica ( CAD ) stabile o sindrome coronarica acuta ( ACS ) nel 2002.
Il 43% dei pazienti aveva proteina C-reattiva ad alta sensibilità ( hs-CRP ) superiore a 3 mg/L, il 31% aveva livelli tra 1 e 3 mg/L e il 14.7% aveva livelli inferiori a 1 mg/L.
Rispetto ai più bassi livelli di CRP, i pazienti con CRP superiori a 3 mg/L avevano una più alta incidenza di mortalità per qualsiasi causa e di infarto miocardico a 10 anni ( hazard ratio, HR=2.87 ), dopo aggiustamento per i fattori di rischio cardiovascolare e presentazione clinica.
I pazienti con livelli di CRP compresi tra 1 mg/L e 3 mg/L avevano anche una maggiore incidenza di esiti cardiovascolari rispetto ai pazienti con i livelli più bassi ( HR=2.3 ).
Ulteriori analisi hanno indicato che l'associazione tra CRP e la mortalità per qualsiasi causa e di infarto miocardico è risultata simile sia nei pazienti con sindrome coronarica acuta ( alti vs bassi livelli: HR = 3.64 ) e angina stabile ( alti vs bassi livelli: HR = 3.18 ).
Quando i ricercatori hanno aggiunto i livelli di CRP a un modello di previsione che includeva fattori di rischio cardiovascolare tradizionali, non hanno osservato un miglioramento significativo del potere discriminante ( area sotto la curva di funzionamento del ricevitore, 0.71-0.73; P =0.56 ).
Tuttavia, l'aggiunta di CRP al modello di previsione ha comportato una migliore classificazione del rischio ( indice di classificazione netto, 0.4; P inferiore a 0.001 ).
Dallo studio è emerso che la proteina C-reattiva ad alta sensibilità può essere un biomarcatore utile per la valutazione del rischio a lungo termine nei pazienti con malattia coronarica definita e sottoposti a intervento coronarico percutaneo. ( Xagena2015 )
Fonte: EuroIntervention, 2015
Cardio2015
Indietro
Altri articoli
Rusfertide, un mimetico dell'Epcidina, per il controllo dell'eritrocitosi nella policitemia vera
La policitemia vera è una neoplasia mieloproliferativa cronica caratterizzata da eritrocitosi. Rusfertide, un peptide iniettabile mimetico dell’ormone principale regolatore del...
Fattori correlati al diabete ed effetti di Ticagrelor più Aspirina negli studi THEMIS e THEMIS-PCI
Lo studio THEMIS ( The Effect of Ticagrelor on Health Outcomes in Diabetes Mellitus Patients Intervention Study ) ( n=19.220...
Durata della doppia terapia antipiastrinica per i pazienti ad alto rischio emorragico sottoposti a intervento PCI
La durata ottimale della doppia terapia antipiastrinica ( DAPT ) dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ) tra i pazienti...
Doppia terapia antiaggregante dopo intervento PCI nei pazienti ad alto rischio emorragico
La durata appropriata della doppia terapia antiaggregante nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento dopo l'impianto di uno stent coronarico...
Procedura PCI: stent a base di polimeri o privi di polimeri nei pazienti ad alto rischio di sanguinamento
Gli stent rivestiti di farmaco privi di polimeri forniscono risultati clinici superiori rispetto agli stent di metallo nudo in pazienti...
Rivaroxaban più Aspirina versus Aspirina da sola in pazienti con precedente intervento coronarico percutaneo: studio COMPASS-PCI
Lo studio COMPASS ( Cardiovascular Outcomes for People using Anticoagulation Strategies ) ha dimostrato che l'inibizione a doppia via (...
Effetto della selezione dell'inibitore P2Y12 orale guidata dal genotipo rispetto alla terapia convenzionale con Clopidogrel sugli esiti ischemici dopo intervento coronarico percutaneo: studio TAILOR-PCI
Dopo intervento coronarico percutaneo ( PCI ), i pazienti con varianti CYP2C19*2 o *3 con perdita di funzione ( LOF...
Terapia antitrombotica nei pazienti con fibrillazione atriale e sindrome coronarica acuta trattata medicalmente o con intervento PCI o sottoposti a intervento coronarico percutaneo elettivo: approfondimenti dallo studio AUGUSTUS
La sicurezza e l'efficacia dei regimi antitrombotici possono differire tra i pazienti con fibrillazione atriale che hanno sindromi coronariche acute...
Regime antitrombotico a base di Edoxaban versus antagonisti della vitamina K dopo stenting coronarico riuscito in pazienti con fibrillazione atriale: studio ENTRUST-AF PCI
È stata valutata la sicurezza di Edoxaban ( Lixiana ) in combinazione con l'inibizione P2Y12 in pazienti con fibrillazione atriale...
L'ictus dopo procedura PCI più comune negli ultimi anni
L'incidenza di ictus ischemico dopo procedura PCI ( intervento coronarico percutaneo ) è bassa, ma è aumentata negli ultimi dieci...