Il PCI riduce l’incidenza di morte cardiaca improvvisa nei pazienti con ischemia miocardica residua dopo infarto miocardico


Il presentarsi di morte cardiaca improvvisa nei pazienti con ischemia silente dopo infarto miocardico, e i fattori che facilitano la morte cardiaca improvvisa non sono noti.
Uno studio ha cercato di determinare i fattori che facilitano la morte cardiaca improvvisa nei pazienti con ischemia silente dopo infarto del miocardio.

Nello studio SWISSI II ( Swiss Interventional Study on Silent Ischemia Type II ), 201 pazienti con ischemia silente dopo infarto miocardico sono stati assegnati in modo casuale a essere sottoposti a intervento coronarico percutaneo ( PCI ) oppure a terapia medica.

Nel corso di un periodo osservazionale medio di 10.3 anni, sono state riscontrate 12 morti cardiache improvvise, corrispondenti a un’incidenza annuale media dell’evento dello 0.6%.

All’analisi di regressione multivariata, il declino nella frazione d’eiezione ventricolare sinistra ( FEVS ) durante il follow-up era il solo predittore indipendente di mortalità cardiaca improvvisa, oltre all’età; la FEVS al basale non lo era.

Il declino della FEVS è risultato maggiore nei pazienti trattati con farmaci che in quelli sottoposti a intervento PCI ( p
Rispetto al trattamento farmacologico, l’intervento coronarico percutaneo ha ridotto l’incidenza di ischemia miocardica residua ( p
In conclusione, i pazienti con ischemia silente dopo infarto miocardico sono a sostanziale rischio di morte cardiaca improvvisa. La prevenzione dell’ischemia miocardica residuale e dell’infarto miocardico ricorrente con l’impiego del PCI produce una migliore frazione d’eiezione ventricolare sinistra nel lungo periodo e riduce l’incidenza della morte cardiaca improvvisa ( Xagena2009 ).

Schoenenberger AW et al, Am J Cardiol 2009; 104: 158-163


Cardio2009


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