Il Propranololo somministrato per via intracoronarica riduce il rischio di infarto miocardico post-PCI


L’obiettivo dello studio RABBIT II ( Randomized Angioplasty Beta Blocker Intracoronary Trial II ) è stato quello di valutare l’impiego della somministrazione intracoronarica del beta-bloccante Propranololo ( Inderal ) tra i pazienti sottoposti ad un intervento coronarico percutaneo ( PCI ), e trattati anche con inibitori della glicoproteina IIb/IIIa.

Ad alcuni pazienti, scelti in modo casuale, è stato somministrato per via intracoronarica il Propranololo, mentre ad altri una soluzione salina.
Tutti i pazienti hanno ricevuto il trattamento con inibitori GP IIb/IIIa.

L’end point primario di infarto miocardico post-procedura si è presentato meno frequentemente nel gruppo Propranololo che nel gruppo placebo ( 12.5% versus 21.5%; p = 0.016 ).

L’end point composito co-primario di morte, infarto miocardico post-procedura, infarto miocardico clinico o rivascolarizzazione della lesione bersaglio di natura ischemica è risultato più basso tra i pazienti trattati con Propranololo ( 13.5% versus 22.5%; p = 0.01 ), per la riduzione dell’infarto miocardico post-procedura.

La riduzione dell’infarto miocardico post-procedura si è presentata solo nei pazienti senza complicanze meccaniche durante l’intervento coronarico percutaneo ( PCI ).

I dati dello studio hanno dimostrato che la somministrazione per via intracoronarica del beta-bloccante Propranololo è associata ad una riduzione nell’incidenza di infarto miocardico post-PCI rispetto alla somministrazione intracoronarica di soluzione salina. ( Xagena2006 )

Fonte: American Heart Association ( AHA ) – Scientific Sessions, 2006


Cardio2006 Farma2006





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