Le donne con sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento ST presentano una prognosi favorevole se sottoposte precocemente a PCI
Lo studio FRISC II (Fragmin and fast Revascularization during InStability in Coronary artery disease) ha ipotizzato che le donne traggono un minor vantaggio da una precoce strategia invasiva rispetto agli uomini.
E’ stato condotto uno studio di coorte prospettico con 1.450 pazienti consecutivi con sindromi coronariche acute senza sopraslivellamento ST (NSTACS, non-ST-elevation acute coronary syndromes).
L’end-point primario era rappresentato dalla mortalità e dall’infarto miocardico non-fatale.
L’intervento coronarico percutaneo (PCI) è stato eseguito su più del 50% dei pazienti, sia uomini che donne, seguito da impianto di stent nell’80%.
Il rapporto tra PCI e bypass coronarico (CABG) era 4:1 per gli uomini e 5:1 nelle donne.
L’end-point primario è stato raggiunto nel 7% delle donne (n = 29) rispetto al 10,5% degli uomini (n = 108).
Da questo studio è emerso che le donne sottoposte molto precocemente a primaria rivascolarizzazione percutanea ed impianto di stent, avevano un migliore outcome nel lungo periodo rispetto agli uomini. ( Xagena2002 )
Mueller C et al , J Am Coll Cardiol 2002; 40 : 245 – 250
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