Cannabis : tossicità e potenziali impieghi clinici
Il composto attivo della Cannabis, il delta-9-tetraidrocannabinolo, esercita i suoi effetti a livello del sistema nervoso centrale mediante i recettori per i cannabinoidi CB1.
Un’importante classe di neuroni che esprimono alti livelli di recettori CB1 sono gli interneuroni GABAergici nell’ippocampo, amigdala e corteccia cerebrale.
L’attivazione dei recettori CB1 porta all’inibizione del rilascio dei neurotrasmettitori monoaminergici ed aminoacidici.
I derivati lipidici, Anandamide e 2-Arachidonilglicerolo agiscono come ligandi endogeni per i recettori CB1 ( endocannabinoidi ).
Gli effetti sul sistema nervoso centrale dei cannabinoidi comprendono: disturbi del comportamento psicomotorio , danno alla memoria a breve termine, intossicazione , stimolazione dell’appetito, effetti antinocicettivi ( particolarmente contro il dolore di origine neuropatico ) ed antiemetici.
Sebbene gli utilizzatori cronici di Cannabis possano presentare segni di lieve danno cognitivo, c’è scarsa evidenza a sostegno che tali danni siano irreversibili.
Un certo numero di utilizzatori regolari della Cannabis sviluppano tolleranza e dipendenza.
Alcuni studi hanno associato l’uso cronico della Cannabis ad un aumentato rischio di malattia psichiatrica, ma l’associazione sembra essere debole.
Le potenziali applicazioni cliniche della Cannabis riguardano il trattamento degli spasmi muscolari dolorosi e di altri sintomi nei pazienti con sclerosi multipla. ( Xagena2003 )
Iversen L, Brain 2003; 126 (Pt6):1252-1270
Neuro2003 Farma2003
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